Quando mi fa vedere la sua chitarra elettrica, intuisco di che pasta è Giorgio Di Maggio. Una persona aperta, piena di interessi, dai valori radicati. Grande appassionato di musica degli anni 70, cultore dei protagonisti di Woodstock. Mi parla con devozione di Carlos Santana, il suo idolo, di Eric Clapton e di tutti i chitarristi famosi che hanno lasciato un solco profondo nella storia della musica. Me lo immagino mentre, con il suo gruppo di amici, musicisti amatoriali, si esibisce in un assolo Samba pa ti, e vorrei essere lì, ad ascoltare la musica di quegli irriducibili appassionati, mentre le corde della chitarra di Giorgio vibrano in una serie di ritmi e virtuosismi che sembrano provenire da altrove. Wow!
Il digital teacher della terza età
Da quando è andato in pensione nel 2020, vive in Sardegna, la terra d’origine di sua moglie ,e il suo accento romano non l’ha perso. Comunicativo, empatico. Si capisce che è abituato a che fare con le persone, Una volta lasciato il suo lavoro, non ha avuto alcuna difficoltà ad adattarsi al nuovo ritmo di vita. Perché Giorgio, da sempre, ha coltivato i suoi hobby, nonostante il lavoro impegnativo come informatico alle Ferrovie dello Stato e poi all’INPS: la musica, lo sport, la bici.
E ora, il volontariato.
Come ho conosciuto Giorgio
Lo scopro in un articolo della Nuova Sardegna che tratta dell’apertura del nuovo anno scolastico dell’Università della Terza Età di Assemini (Cagliari). Viene citato il suo nome come docente di informatica al servizio delle persone adulte o super adulte che vogliono destreggiarsi nella nuova realtà digitale e rendersi autonome dai parenti e nipoti, per gestire le pratiche di ogni giorno. La sua classe di studenti è formata da persone fra i sessanta e i settant’anni. Ma ci sono anche cinquantenni e ottantenni. Insomma, una rappresentanza molto variegata.
Faccio una chiacchierata con Giorgio per scoprire la sua storia
Dopo una lunga carriera come sistemista informatico alle Ferrovie dello Stato, poi passato all’INPS per occuparsi della gestione dati dei ferrovieri, Giorgio mi racconta di aver dedicato gran parte del suo tempo a formare i suoi colleghi in campo informatico.
Avete idea di cosa voglia dire trasferire queste conoscenze a chi era abituato a gestire qualsiasi cosa con il cartaceo? Montagne di documenti di carta prima gestiti a mano e poi totalmente informatizzati? Giorgio ha saputo traghettare i suoi colleghi in un passaggio epocale, in quel complesso passaggio verso la digitalizzazione, un incubo per molti, una necessità per tutti. Ma Giorgio non si è mai dato per vinto, e, forte delle sue conoscenze, ci è riuscito, con professionalità e dedizione.
L’autonomia digitale, mi dice, è l’aspetto che più gli preme e per questo motivo si è messo al servizio delle persone.
Le donne hanno meno nozioni informatiche rispetto agli uomini
“Nella mia esperienza, le donne hanno meno cognizioni informatiche rispetto agli uomini”, mi dice Giorgio. E questo per lui è un vero e proprio cruccio. Vuole promuovere la loro autonomia anche in questo settore. “Le donne non solo devono essere indipendenti dal punto di vista economico, devono essere autonome anche in campo informatico!” afferma. Accresce la conoscenza, la possibilità di informarsi. Ma da dove vieni Giorgio? Da Marte? Penso, mentre scorrono davanti a me immagini di un mondo maschile retrogrado, ancora imperante in questo pianeta, con atteggiamenti anacronistici e fatti di cronaca agghiaccianti!
Coltivate passioni e, se non lo avete fatto prima, trovatele
Giorgio come hai vissuto il passaggio dal lavoro alla pensione?
Molto bene, non ho avuto nessun tipo di trauma, anzi. Avevo bramato a lungo la pensione per avere più tempo da dedicare alle mie passioni. Ho sempre coltivato molti interessi, la musica, in primis, ma anche lo sport. Sono un appassionato di bici e il mio sogno è sempre stato quello del ciclo-viaggio. L’anno scorso ho completato il periplo della Sardegna con la mia mountain bike e quest’anno, quello della Sicilia.
Alla chitarra elettrica 👆
In bici lungo il periplo della Sicilia 👉
Vorrei chiederti, a proposito del tuo lavoro nel volontariato, qual è il focus del tuo corso di informatica dedicato alla Terza Età?
Mi preme molto rendere le persone autonome dal punto di vista informatico. Il mio mantra è raggiungere la completa autonomia! Sbarazzatevi di parenti e nipoti! Insegno ai miei studenti le pratiche più snelle per gestire gli archivi, la scansione e conservazione ordinata dei documenti, la compilazione dei moduli in PDF, il saper entrare nei siti che contano attraverso lo SPID: l’INPS, l’Agenzia delle entrate, le piattaforme sanitarie locali. Parlo anche della ricerca anche attraverso l’Intelligenza Artificiale, come l’uso della Chat GTP. Ma il mio sogno è quello di portare le persone della terza età a un upgrade verso forme digitali più evolute, come la gestione dei video montaggi. Un giorno ci arriveremo, ne sono sicuro!
Giorgio a scuola 👆
I consigli di Giorgio
Hai dei consigli per i lettori di Happy Pensy?
- Prima di tutto, è imprescindibile coltivare la curiosità per la vita. La curiosità è il motore che ci fa sempre scoprire nuovi aspetti che ci fanno crescere, e vivere appieno.
- Fare delle attività a contatto con la natura: la natura è una fonte di energia inestimabile.
- Assaporare le micro-soddisfazioni che danno un senso alla nostra esistenza: una bella passeggiata, un ritrovo con gli amici, una nuotata in un mare cristallino.
- La socialità: non affossatevi davanti al televisore, ma cercate di entrare in qualche gruppo con interessi affini ai vostri.
- Fare progetti: “La vecchiaia colpisce di sorpresa”, diceva Enzo Biagi. Cercate di vivere la vita appieno con progettualità. I progetti ci aiutano a sentire che abbiamo un posto nel mondo, che facciamo la differenza.
E ora tocca a voi:
Cosa ne pensate della testimonianza di Giorgio?
Fate anche voi del volontariato? Raccontatemi le vostre esperienze nella sezione commenti, vi leggo sempre molto volentieri!
Buongiorno Michela,
sono una tua coetanea andata in pensione quest’anno. Anche io come Giorgio non vedevo l’ora di andare in pensione, non ne potevo proprio più senza entrare in particolari. Il passaggio non è stato affatto traumatico anzi è stata una liberazione. Nel tempo libero cammino e vado in palestra 3 volte la settimana di mattina. Le amiche hanno famiglia, figli e nipoti mentre io sono single. Mi guardo intorno ma sono tutte indaffarate con la famiglia. Nel mio corso uomini non ce ne sono, anzi ovunque vado vedo solo donne. Se trovo qualche altra attività nel pomeriggio la farò e per il momento faccio corsi on – line e leggo giornali e libri digitali. Il tuo libro è solo in versione cartacea?
A presto.
Silvana
Ciao Silvana,
Mi fa molto piacere che tu viva in modo pieno la tua vita in pensione. Molti fanno fatica ad abituarsi al cambiamento e credo che, leggere di esperienze opposte, possa essere d’aiuto. L’aspetto che vedo fra le righe del tuo commento, se interpreto bene, è una certo interesse a crearti una nuova rete di conoscenze diverse, più affine ai tuoi interessi. Giustissimo! Questo è un aspetto molto importante. Potresti iscriverti a qualche gruppo di camminatori (ce ne sono tantissimi in ogni città), oppure consultare le offerte di incontri/viaggi ecc. di Cocooners, la piattaforma dedicata agli over 50.
Il mio libro per il momento è solo in versione cartacea, sorry. Devo avvertire la casa editrice che sto ricevendo molte richieste per la versione e-book.
Grazie per il tuo contributo!
Buongiorno,
la tanto sognata pensione e’ arrivata, ma non e’ stata come la speravo.
Gli impegni famigliari (genitori anziani e ammalati, figli e nipoti) hanno letteralmente invaso il mio spazio e il mio tempo, ho dovuto affrontare una separazione e la malattia.
Ora cerco di fare sport, leggo molto, cammino, contatto qualche amica, ma fatico molto a trovare interessi comuni, ho sempre la sensazione di essere inutile e soprattutto sola di fronte al tempo che inesorabilmente passa.
Scusa per lo sfogo
Grazie
Licia
Ciao Licia,
Il tempo della pensione richiede uno sforzo per molti. E ti capisco molto bene. A volte veniamo risucchiati dagli impegni familiari. Io non ho un’esperienza diretta in questo, avendo perduto i genitori molti anni fa. Da quello che leggo e di cui ho parlato a lungo con alcuni coach, bisognerebbe mettere alcuni paletti per preservare o custodire con forza gli spazi per se stessi. Ti capisco anche molto bene quando parli di solitudine. Abbiamo bisogno di relazionarci con gli altri e di trovare interessi comuni. Se ti piace camminare, ad esempio, mi ripeto lo so, perché non cerchi gruppi di camminate che esistono in ogni città? Se sei sui social, è facile trovarli. Potrebbe essere una buona idea camminare assieme ad altri. La separazione è un momento molto doloroso, ma può essere un’occasione per reinventarsi e rifiorire.
Fammi sapere. Ti mando un abbraccio!