Molte persone vedono la pensione come la fine di una fase della vita. E se, invece, rappresentasse un nuovo inizio? In questo articolo riassumo le fasi che ti troverai ad affrontare, navigando in questo mare di nuove occasioni.
Pronti? Via! Si salpa.
In mare aperto
Diciamocelo pure. Chi lavora vede il pensionamento come la pace dei sensi, la fine del limbo, il termine di una vita grigia che dà il La a una vita certamente più emozionante e avventurosa della precedente.
Ma è davvero così?
Riflettiamo un po’, perché spostarsi da un rafting irto di ostacoli al mare aperto ha, in sé, i suoi svantaggi. Pensate di passare, di colpo, dalla vita frenetica (in cui a malapena avete il tempo per truccarvi o farvi la barba) a una vita strapiena di tempo. Tempo, tempo e ancora tempo che però non sapete come impiegare.
Si nuota liberi in mare aperto.
Liberi, è vero, ma anche senza un appiglio.
Pianificazione (quindi, prima del mare aperto)
La pianificazione è la parola chiave da approfondire prima di sfociare (e se è il caso affogare) in un mare di solitudini e nostalgie. Attraverso essa e ad una sana introspezione, potrete capire come gestire questa mole di tempo che avrete (o avete già) a disposizione.
Se ancora non è chiaro, la pensione è l’occasione per reinventarsi e, vi svelo un segreto, non è mai troppo tardi per farlo se avete già superato la soglia. In fondo, se ben gestito il tempo è una risorsa.
Finalmente potrete svegliarvi un’ora dopo senza avere l’incubo di timbrare il cartellino o di ricevere una “lavata di capo dal capo”, per il ritardo nell’esposizione del bilancio. Ciò che conta, però, è avere un piano. Stabilire in anticipo delle abitudini e, perché no, anche delle eccezioni. I metodi più efficaci non si fondono sul rigore ma sul giusto compromesso con la flessibilità. Ora che avete anche voi un salvagente, proviamo a rispondere alla domanda successiva.
Come reinventarsi nel pensionamento?
La pianificazione è una bella parola ma, converrete con me, anch’essa può trasformarsi in preoccupazione se non si sa da dove iniziare.
Ebbene, il consiglio migliore che posso darvi è di assecondare la curiosità.
Un esempio?
Fate il contrario del lavoro che avete sempre svolto. Se siete stati impegnati in lavori fisici, provate qualcosa di più mentale e creativo. Al contrario, se la vostra attitudine è più teorica che pratica, iscrivetevi a un corso di ceramica o a un corso di lavorazione del legno. Per reinventarsi ci si può sbizzarrire e quanto più ci si arricchisce di diversità, tanto più alleniamo il nostro cervello e siamo in grado di adattarci ai cambiamenti.
Se riuscite in questo, direi che il vostro salvagente ha già acquisito la solidità di una zattera. Ben altra cosa rispetto a un anello in gomma, ma sempre poco per resistere alle intemperie. E questo ci porta al prossimo paragrafo.
Evadere dai retaggi e dalle nostalgie
Caro dipendente e cara libera professionista, ripeti con me: “non sono il lavoro che faccio”.
Caro pensionato, cara pensionata, ripeti con me: “non sono il lavoro che ho svolto per trent’anni”.
Potrei ribadirlo fino allo sfinimento: scappate dall’ufficio che vi ha ingabbiati per decenni e trovate un nuovo modo per presentarvi. Ricorrere a formule quali: “ero il Direttore delle Risorse Umane nell’azienda Sapone & Bucati” o “ero il Responsabile Qualità di Pixi Pixel” non vi aiuterà.
Trovare una nuova identità alludendo a ciò che siete e fate veramente è divertente quanto vedere la faccia di chi apprende la vostra nuova mansione: “sono Alberto, degustatore di cocktail francesi” o, come nel mio caso, “sono Michaela e fornisco importanti consigli a chi vive, o si appresta a vivere, il pensionamento”. Quel che conta veramente è abbandonare il passato, vestirsi con una divisa che non sia il tailleur o la tuta da meccanico. Questo passo, che a voi, potrebbe sembrare piccolo è, in realtà, un gesto deciso verso il cambiamento.
Il miglior modo per trasformare una piccola zattera in un’agile barca a vela.
Manca ancora qualcosa: una bussola e, soprattutto, una rotta.
Conclusioni: la giusta rotta della persona in pensione
Potrei dirvi che esiste una rotta del pensionato e della pensionata, in realtà non c’è una direzione più corretta di altre. La rotta giusta è quella della sperimentazione. Continuate a lavorare se vi va. Lanciate una nuova impresa o continuate a fare il lavoro di prima, sempre che sia possibile, magari con altri ritmi.
Portate avanti le vostre passioni, mettetele a confronto, ordinatele per priorità, seguitele con forza e audacia. Cambiare rotta è possibile quanto è giusto farlo se lo si ritiene necessario. D’altronde, il tempo è dalla vostra parte, l’unica accortezza da seguire è impedirgli di riportarvi al passato.
Ora tocca a te
- C’è qualcosa che non hai mai fatto in pensione o che hai fatto non appena hai varcato la soglia?
- Raccontamelo nei commenti presentandoti con la tua “nuova mansione”.
Salve Michaela, sono Ileana neo pensionata alla ricerca del progetto per la nuova vita.
Intanto, per cominciare, mi sono iscritta ad una scuola di musica e sto iniziando a suonare il violoncello.
Era un mio desiderio da sempre e lo sto realizzando, anche se non sarà la mia nuova mansione.
Sto leggendo il tuo libro e ti ringrazio per gli spunti interessanti che mi permettono di riflettere e andare in profondità nei miei desideri.
Seguirò anche il tuo blog e passo dopo passo sono sicura che riuscirò a ritrovare i miei sogni, a scoprire i miei talenti e a tracciare il mio nuovo viaggio.
Grazie
Ileana
Ciao Ileana,
Grazie per il tuo contributo. Sono davvero felice che il mio libro ti possa offrire qualche spunto utile per il tuo percorso. Mi sembri già sulla buona strada, la musica ha un potere trasformativo eccezionale! Mi sembra un inizio molto promettente.
A presto,
Michaela