Mi piace raccogliere quelle storie di donne e uomini che affrontano il pensionamento con approcci diversi. Chi ricomincia una nuova vita, avventurandosi su strade mai percorse in precedenza; chi si “mette a riposo” dedicandosi agli affetti familiari, al giardinaggio, alle partite a burraco; chi scrive un nuovo capitolo, avviando una nuova attività lavorativa, di mentorship o di volontariato.
Non c’è una via giusta o sbagliata. Ognuno di noi dovrebbe capire, attraverso un lavoro di introspezione, facendo ordine dentro di sé, quale sia l’approccio più corretto per vivere un tale cambiamento di vita.
Oggi vi parlo di Alessandro, delle sue scelte, i suoi progetti, la sua energia.
Fissiamo un incontro su Zoom e io, per problemi di connessione, mi collego con un ritardo di almeno 10 minuti. Non appena riesco ad entrare nella call, percepisco immediatamente quel leggero fastidio iniziale di chi è abituato a schedulare la propria giornata con lo stesso rigore di quando era al lavoro. Si tratta di un attimo, ma non mi sfugge, abituata per anni a seguire con precisione maniacale i calendari delle call, meeting e quant’altro.
Poi subentra quella gran voglia di raccontarsi, di condividere le proprie esperienze, uno scambio facilitato dallo stesso accento veneto che ci accomuna, e da quel linguaggio da “gente di business” che si fiuta e si comprende al volo.
Alessandro Pestugia, fondatore di Network for Business e responsabile relazioni esterne di Maecenates
Chi è Alessandro?
“Sono un ex-manager della principale società di telecomunicazioni italiana, ho 57 anni, abito a Spinea in provincia di Venezia, sono felicemente sposato. Io e mia moglie abbiamo due figlie musiciste che seguiamo da più di 10 anni nel loro percorso artistico, con concorsi in Italia e all’estero. Si tratta di un‘attività molto sfidante, sia in termini di tempo che di impegno economico”.
Raccontami un po’ del tuo lavoro: che ruolo avevi in azienda?
“Avevo una posizione chiave come project manager con un forte background informatico. Negli ultimi 5 anni ero stato assegnato ad un settore denominato Regia Nazionale, dedicato alla gestione e al coordinamento di 2000 tecnici in tutta Italia, garantendo piena disponibilità dei servizi a loro necessari per 365 giorni all’anno h24, attraverso un sistema di monitoraggio disegnato per il supporto tecnologico e la prevenzione di eventuali malfunzionamenti della rete telefonica. I portali, i cruscotti di controllo sono sempre stati il mio pane quotidiano visto la mia formazione informatica; ultimamente, grazie a un approfondito lavoro di analisi, avevo progettato con successo un cruscotto per la gestione delle anomalie, realizzato poi da un programmatore software, un risultato che mi rende orgoglioso visto che è tuttora in uso in azienda. In poche parole, il mio lavoro era impegnativo, di grande soddisfazione, ma allo stesso tempo stressante e di responsabilità. Non esistevano orari, eravamo sempre in contatto con le sale operative.
Quando, proprio durante l’ultimo incarico, l’azienda ha lanciato il classico “scivolo” ad adesione volontaria, mia moglie mi ha fatto riflettere sull’opportunità di cogliere questa occasione: non ci avevo mai pensato seriamente, eppure negli anni mi ero sempre interessato a creare sinergie fra aziende di informatica, costruendo un network di relazioni, e non avrei avuto difficoltà a ricrearmi una vita. Inoltre, collaboravo con una realtà importante nel mondo del mecenatismo.
Perché no?, mi sono detto. Ho dovuto prendere questa decisione in fretta, anche se non pensavo che la mia richiesta venisse accolta: le domande di adesione erano tantissime ed altri, prima di me, avevano condizioni più favorevoli, vuoi per età, vuoi per anni di servizio. E invece no, con mia grande sorpresa, sono rientrato anch’io!”.
Credo che di fronte a decisioni di tale portata, con impatti anche nella sfera familiare, sia molto importante il confronto con il proprio partner. A distanza di tempo, c’è qualcosa che ti manca del tuo lavoro, pensi di avere fatto la scelta giusta?
“All’inizio mi sono mancate le abitudini che scandiscono la giornata lavorativa: il caffè con il collega, le quattro chiacchiere con le persone a cui mi ero affezionato nel tempo, le telefonate con chi abitualmente mi rapportavo. Consegni il tuo cellulare aziendale, perdi i tuoi contatti e i tuoi riferimenti: ecco, in quel momento ho avuto un attimo di sbandamento, ma, mano a mano che passava il tempo, mi rendevo conto di riuscire a riempire quei buchi”.
Mi sembra che, da quanto mi hai raccontato, tu avessi già investito del tempo per creare un network di professionisti che poi ti è servito per iniziare una nuova attività.
“Sì, già facevo un’attività di pre-sales in campo informatico, quasi per gioco. Poi, una volta in pensione, mi è venuta l’idea di fondare un vero e proprio network di professionisti, Network for business, formato da temporary manager, formatori e consulenti, che ho conosciuto negli anni. Questi professionisti sono in grado di costruire progetti su misura, interventi mirati per aziende che intendono migliorare la performance in determinate aree: organizzazione aziendale, commerciale e potenziamento forza vendita, ottimizzazione dei processi e informatizzazione, marketing e digitale.
La nostra è una formula molto snella, adatta ai nostri tempi; potrei meglio definire NFB come un aggregatore di competenze complementari che vengono messe a disposizione su base temporanea, e quindi con costi contenuti, per trovare soluzioni customizzate sulle esigenze del cliente.
Per il momento siamo un team di 5 professionisti, ma siamo aperti a incorporare nuove competenze nel nostro network, arricchendo così le nostre proposte.
Certo, mi rendo conto che forse sono un po’ atipico come pensionato…”.
No, non sei atipico. La vita si sta allungando e le persone che oggi hanno 50 anni sono diverse dai cinquantenni di un tempo. Molti hanno bisogno di sentirsi attivi, avviando nuove imprese, progetti, anche se la società, o meglio la narrazione sociale è indietro rispetto la realtà. Tu sei un portavoce di questo fenomeno in piena evoluzione, con le tue azioni, con i tuoi comportamenti attivi.
“Sì, è vero. Io sento il bisogno di lavorare. Ho sempre avuto il pallino della formazione, cosa che non potevo fare nella mia precedente azienda, e ora, grazie a Network for business, mi dedicherò a un corso di formazione per giovani venditori che andranno a occuparsi di tecniche di vendita complessa. Il potenziamento della forza vendita è infatti uno dei settori in cui opera Network for business“.
Passiamo dal mondo del business a quello del mecenatismo: mi ha incuriosito molto l’attività che stai svolgendo per l’associazione Maecenates. Di che cosa si tratta?
“Maecenates è un’associazione creata per sostenere giovani talenti nel teatro, nella danza e nella musica in un percorso formativo straordinario. E visto che non sempre l’eccellenza è accessibile a tutti, ecco che Maecenates, grazie al fundraising e alle sponsorizzazioni, rende possibile, ad esempio, l’ammissione ad una Accademia, a una scuola di prestigio o ad un corso di perfezionamento di alto livello.
Ho conosciuto il Presidente dell’Associazione, Flavio Caricasole, che ha fondato questa bella realtà dopo essere riuscito a far studiare la figlia, talentuosa ballerina di danza moderna, a New York. I costi erano proibitivi, ma Caricasole non si è arreso e, grazie a un progetto di crowdfunding, e la sponsorizzazione di un’azienda vinicola di Verona, è riuscito a pagare le rette della scuola e la figlia corona il suo sogno, laureandosi.
Da qui nasce l’idea di creare Maecenates.
Vista la mia esperienza personale con due figlie musiciste, e conoscendo le difficoltà che i ragazzi incontrano per crescere e “sfondare” nel mondo artistico, ho aderito immediatamente all’Associazione come responsabile delle relazioni esterne, lanciando un progetto nuovo, “Giovani in teatro”. L’obiettivo è quello di consentire a giovani talenti di potersi esibire di fronte a una platea di spettatori, grazie al contributo delle direzioni artistiche di realtà teatrali significative. Ecco che, in questo caso, Maecenates svolge gratuitamente l’attività di manager per questi ragazzi/e”.
Si tratta davvero di una bella iniziativa che premia i giovani talenti italiani e sono molto contenta di darle spazio in questo blog.
Per concludere questa bella chiacchierata, avresti un consiglio da dare a chi è in procinto di andare in pensione, a chi ci sta pensando o a chi lo è già?
“Vorrei dire a chi vuole mollare tutto, cominciare una nuova vita e ha messo tanti soldi da parte, di avere il coraggio di farlo! Mollate il lavoro, prendetevi una barca e fate il giro del mondo, ma abbiate il coraggio di farlo davvero però!
A tutti gli altri vorrei raccomandare di mantenersi attivi e tenere il cervello allenato. Uscite, leggete, incontrate persone, andate ai concerti, rendetevi utili.
Un’idea in più? Collaborate con Maecenates! Maecenates è una porta aperta, abbiamo bisogno di voi, del vostro aiuto, della vostra collaborazione in tutte le sue forme!! “.
Grazie Alessandro per averci raccontato la tua storia che può essere fonte di ispirazione per tante persone. Mi unisco alla call to action per Maecenates: andate a vedere il loro sito, dove il talento, il mecenatismo e la bellezza fanno squadra. Perché non dare una mano?
Ora tocca a te:
Ti è stata d’ispirazione la storia di Alessandro? Cosa ti ha colpito di più?
Avresti voglia di raccontarmi la tua? Scrivimi su michaela@happypensy.it
Buongiorno
Mi rendo conto che tutti noi che andiamo in pensione, proviamo un senso di sbandamento. Quindi mi sento molto meglio e proseguo con i miei progetti.
Buongiorno Daniela,
Andare in pensione è un grande cambiamento di vita. Io ho sentito il bisogno di guardarmi attorno, e, prendendo spunto dagli esempi degli altri, ho lanciato questo blog, che è il mio progetto principale in questo momento.
Grazie per il tuo contributo!
I love hearing stories of folks who have reinvented themselves in retirement. Maecenates sounds like a great Purpose for Alessandro, and a great example for all of us who are trying to figure out how to live great lives in retirement. Thanks for sharing his story.
Hi Fritz,
I couldn’t agree with you more! Alessandro’s story is a source of inspiration for all of us. Finding ways to help young talents in this case, brings a feeling of fulfillment that can help us in our journey,
Thanks for your comment and thanks for following my blog!!!!
cara Michaela leggo sempre con grande interesse il tuo blog e penso sia di grande stimolo per tutti noi che siamo o ci accingiamo ad andare in pensione, leggere interviste di persone che hanno avuto il coraggio di lasciare una situazione sicura per dare spazio a quello che durante la vita lavorativa è stato un sogno nel cassetto o una passione coltivata nel tempo libero. Queste scelte ci fanno stare bene con noi stessi e con gli altri, e come ci dimostra il progetto Maecenates fanno bene anche gli altri!!!!
Grazie Patrizia per il tuo contributo! Sono veramente felice di condividere racconti che possono essere di ispirazione per molti. Guardarsi attorno e imparare dagli altri è un’occasione per “ridisegnare” noi stessi e cambiare personaggio, sperimentando cose nuove. Il poter fare qualcosa per gli altri (vedi progetto Maecenates, focalizzato sul supporto di giovani talenti) vuol dire andare oltre noi stessi e restituire un contributo alla nostra comunità. Un aspetto molto importante da tenere in considerazione quando vogliamo trovare o completare la nostra piena felicità.
Grazie ancora!