Il valore aggiunto di una Community risiede principalmente negli scambi di idee e commenti che possono dar luogo a un dibattito costruttivo. Questo è quello che si prefigge questo blog: essere un punto di incontro, senza alcuna finalità economica, nato e cresciuto per il puro piacere di costruire insieme una comunità dialogante, dove ognuno possa esprimersi e fare tesoro delle esperienze altrui.
Gli articoli, come sanno bene i membri di Happy Pensy, trattano un po’ di tutto: la vita in pensione, l’importanza della pianificazione, dell’apprendimento perenne, il saper affrontare ogni cambiamento con intelligenza e creatività. Sapersi muovere con ottimismo e coraggio anche in una fase delicata in cui le minacce esterne (ageismo) ed interne (ageismo autoinflitto) possono minare le enormi potenzialità che caratterizzano questo cambiamento di vita, spesso sottovalutato.
La voce della community
Rivedendo feedback ricevuti fin qui, prevale un senso di inquietudine e di incertezza relativamente a questa fase della vita; d’altro canto, non mancano testimonianze entusiaste di chi, una volta lasciato l’attività produttiva, si è dato subito da fare per reinventarsi un nuovo personaggio o per dedicarsi alle proprie passioni e scoprirne di nuove. Questi punti di vista così distanti servono a dare una mano a chi stenta a trovare la propria strada e a rendersi conto che non si è soli. Altri prima di noi hanno affrontato le stesse difficoltà e possono darci spunti utili.
Per motivi di spazio e non di importanza (in caso contrario avrei dovuto raccogliere i commenti in un librone 😉) ho riportato qui sotto alcune testimonianze; ho scelto di affidarle a nomi di fantasia, visto che non sono tutte provenienti dal blog, ma dagli altri canali di Happy Pensy (mail, whatsapp e social).
Il lato entusiasta della community: la pensione, finalmente!!!
La visione di Alberto
“Nel mio caso la transizione è stata perfetta, sono dolcemente “scivolato” dal tavolo della Commissione Esecutiva con un team di più di cento collaboratori e con la responsabilità di 5 Direzioni, alla situazione di disoccupato in attesa di pensione senza problemi.
Ho immediatamente assunto le redini della gestione di casa, occupandomi anche dei trasporti dei miei cari, come un Uber esclusivo, e della cucina, con grande entusiasmo e piacere.
Chiaramente ho riempito i “buchi” di tempo con le mille attività e hobby che durante tutta la vita ho sempre coltivato, ma in maniera casuale, non legata a ritmi o necessità di risultati.
Mi permetto di dare un consiglio ai più giovani ⤵️
“Non aspettate il giorno della pensione per cominciare a pensare cosa volete fare della vostra vita.”
Se la vita era solo lavoro, quando questo viene a mancare, il colpo può essere grande, l’ho visto in prima persona per molti dei miei colleghi che sono stati licenziati all’improvviso.
É anche il momento di diventare un po’ “egoisti” e pensare alla cura di noi stessi; anche l’aspetto fisico/estetico, secondo me, riveste grande importanza nell’aiutarci a superare la transizione.
Godiamoci la vita e cerchiamo di insegnare a quante più persone possibile di fare lo stesso”.
La nuova vita di Irene
“Sono stata defenestrata dalla società per la quale ho lavorato 38 anni. Abbiamo raggiunto un accordo economico. Dopo un primo momento di sgomento, durato in verità poco, ho capito che avrei perso molto in termini economici, ma guadagnato tanto in qualità di vita. Ora mi dedico solo a quello che mi piace, ho tagliato molti rami secchi e ritengo che tutto questo non abbia prezzo”.
Marialuisa si riappropria del tempo
“La disponibilità di tempo e la libertà di usarlo: credo che questo sia un elemento qualificante della vita fuori dal mondo del lavoro. Sto imparando ad apprezzarlo ogni giorno, quando posso occuparmi senza interruzioni delle attività che ho trascurato, alla ricerca del rispetto delle scadenze definite da altri. Ed ecco che finalmente mi dedico al recupero della forma fisica, con calma e negli orari più consoni alle mie energie, ma anche a leggere nel silenzio della casa o con musica di sottofondo (credo di aver letto più libri negli ultimi due mesi che nei precedenti 24), per non parlare della libertà di andare a visitare un museo dove volevo tornare da anni ma non trovavo mai un biglietto fruibile nei giorni lasciati liberi dal lavoro. A fronte delle prestazioni sportive che inevitabilmente sono peggiorate, provo un grandissimo senso di libertà che mi appaga e compensa la malinconia dell’età che avanza.”
Mary assapora la sua libertà
“Sono una tua coetanea andata in pensione quest’anno. Anche io come Giorgio non vedevo l’ora di andare in pensione, non ne potevo proprio più senza entrare in particolari. Il passaggio non è stato affatto traumatico anzi è stata una liberazione. Nel tempo libero cammino e vado in palestra 3 volte la settimana di mattina. Le amiche hanno famiglia, figli e nipoti mentre io sono single. Mi guardo intorno ma sono tutte indaffarate con la famiglia. Nel mio corso uomini non ce ne sono, anzi ovunque vado vedo solo donne. Se trovo qualche altra attività nel pomeriggio la farò e per il momento faccio corsi online e leggo giornali e libri digitali.”
I creativi e le creative della community
In questa sezione dell’articolo ho dovuto operare un vero e proprio taglio, scegliendo solo due tra i numerosissimi commenti ricevuti. Sempre, ovviamente, per ragioni di spazio.
Marianna si è reinventata
“Cerco di mantenermi in forma frequentando al mattino un circolo sportivo in cui faccio tutte attività dolci: posturale, platessa, pankafit e camminata. Poi ho creato un circolo di amiche della stessa età, cercando di vederle una volta a settimana. Nella biblioteca del mio quartiere frequentiamo un circolo di lettura, con un incontro al mese. Dal d day invece, ormai 24 mesi fa, ho iniziato a scrivere su un magazine online della mia ex azienda. Poi ho fondato un Club del libro online. Nella prima attività cerco degli articoli scritti da conoscenti, parenti, figli di amici, amici di vari argomenti. Ho trovato anche un altro metodo che mi inorgoglisce molto: il giornalismo partecipativo. Ricontatto i miei ex colleghi o in pensione o che ancora lavorano e chiedo un piccolo articolo su qualche cosa riguardante i loro hobby o paesi di origine o cose di cui sono felici di scrivere, niente di impegnativo ma molto coinvolgente…. Insomma, mi sono inventata una quarta attività di responsabile di redazione che mi fa rimanere attaccata alla mia ex azienda e al mio lavoro CHE CONTINUA A MANCARMI TANTO…ma cerco di non annoiarmi e non ci penso più. Con il club del libro ci riuniamo una volta al mese su zoom e siamo dieci lettori appassionati ed io la coordinatrice. Spero di aver dato spunti per altro neopensionati“.
Il cambio di rotta di Paola…
“Mi sono ritirata dal lavoro di consulente fiscale abbastanza presto e mi sono dedicata a tempo pieno alla famiglia, senza perdere di vista la mia realizzazione personale. Oltre che moglie e mamma, formandomi come fotografa per iniziare, un’attività in questo campo. Ora è arrivato il tempo del ritiro dall’attività professionale, ma la passione per la fotografia rimane e, oltre a documentare i nostri viaggi che speriamo di riprendere molto presto, mi ha dato nuovi spunti.
A proposito di abilità tecnologiche oltre che fotografiche ho aperto un profilo Instagram dedicato a Milano, che mi stimola a viverla ancora più attivamente, scoprire aspetti nuovi e conoscerla sempre meglio, partecipare ad eventi super interessanti e condividere tutto attraverso il mio profilo social.
…che la porta a un continuo rinnovamento
Questa attività mi porta a guardare la città con occhi sempre curiosi, e ora, non più con la macchina fotografica ma con l’iphone e condivido ciò che più mi piace di questa bellissima città in grande fermento (architettura, quartieri riqualificati, mostre d’arte, luoghi di incontro, eventi, ecc). Faccio parte di una community che mi ha permesso di incontrare prima virtualmente e poi anche di persona tanti appassionati della città, che come me hanno voglia di condividere. Senza trascurare il fatto che cercare di migliorare sui social mi tiene sempre in allenamento sia fisico che mentale, stando attenta a mantenere un giusto equilibrio e non esserne troppo fagocitata!!!”.
I traumatizzanti racconti ageisti dalla community
Paola e la scomparsa dei senior
“Sembra che i senior si siano ritirati dalla vita, non bevano birra, non guidino auto, non usino computer, in pratica, non esistano.’…Questo succede ahimè anche a chi continua a lavorare: in azienda cominciano a tenerti in alta considerazione dicendoti che ‘sei la memoria storica’ ed è l’inizio della fine. Consiglio ‘Come se non ci fossero’ un libro sul mobbing e i meccanismi sociali di negazione dei lavoratori. Aspetto con ansia uno scivolo e intanto ti seguo così arriverò preparata!”.
Ginevra, emarginata perché “agé”
“Nella società in cui lavoravo, prima che fossi defenestrata a 63 anni, mi facevano sempre sentire agé… anche se mi sono sempre dimostrata “curiosa” nell’apprendere nuovi programmi e nuove soluzioni nel mondo del marketing. Tutto questo per i datori di lavoro non contava nulla. Al mio posto hanno assunto una ragazza con uno stipendio molto basso. Per mio carattere non mi fermo ed ora che ho tempo libero, cerco di migliorare il mio golf ed ho iniziato a studiare il Kiswahili. Purtroppo gli stereotipi sugli anziani sono difficili da superare, ma credo che poco alla volta le cose cambieranno.”
Pierluigi ghostato perché in pensione
“Io ho iniziato a fare un po’ di volontariato. Sono 9 mesi che sono in pensione e sono contento della mia scelta (volontaria) di pensionamento. …ho notato che quando mi chiedono di conoscere le mie abitudini, se scrivo che sono pensionato abbandonano la profilazione!
La pensione: paure, timori, crisi, mancanza d’identità.
Il timore di Simona
“Hai dato una struttura ad un fenomeno che (purtroppo) ho osservato spesso. Nel mio studio arrivavano non solo mariti depressi e “sfasati” che all’improvviso si ritrovavano sbalestrati in una realtà in cui non si riconoscevano, ma anche compagne che si ritrovavano uno sconosciuto accanto. La maggior parte delle donne, e alcuni uomini, sanno programmare la loro giornata, settimana, mese. Mentre altri vivono nel presente e, quando quello cambia da un giorno all’altro, beh allora vanno in crisi. Quello che tu dici è la formula migliore: pensateci in tempo, perché il pensionamento è una enorme chance”.
La paura di Patrizia
“Io ho 55 anni ma da giugno 2022 sono ossessionata dal terrore di andare in pensione anche se – sulla carta – me ne mancano ancora 12. Nonostante abbia molti interessi, mi spaventa comunque l’idea di svegliarmi la mattina e non avere più obiettivi quotidiani cioè quello che dovrà essere il mio ikigai”.
Lucilla, alla ricerca della sua identità
“Sono in pensione da 4 lunghi anni e continuo a sentirmi una navicella senza orbita, vagante nello spazio. Ho perso la mia identità, annaspo in una casalinghitudine che non ho mai amato, ma ora che è a tempo pieno mi soffoca”.
Il senso di solitudine di Maria
“La tanto sognata pensione è arrivata, ma non è stata come la speravo. Gli impegni famigliari (genitori anziani e ammalati, figli e nipoti) hanno letteralmente invaso il mio spazio e il mio tempo, ho dovuto affrontare una separazione e la malattia. Ora cerco di fare sport, leggo molto, cammino, contatto qualche amica, ma fatico molto a trovare interessi comuni, ho sempre la sensazione di essere inutile e soprattutto sola di fronte al tempo che inesorabilmente passa”.
I ringraziamenti della community per il lavoro svolto da Happy Pensy assieme a tutti voi!
Cito un ringraziamento che mi ha profondamente commosso, sperando che possa aiutarvi.
“L’anno scorso poco prima di andare in pensione avevo scoperto il suo blog. Lei è arrivata nel momento giusto quando la mia testa si era trasformata in un frullatore pieno di tante emozioni e miliardi di paure. E come una chiaroveggente non solo aveva letto le mie carte, ma mi ha anche dato l’interpretazione che mi serviva. Grazie di cuore per aver ridato alla parola pensione un significato più prezioso. Si può volare in alto anche in questi anni. (Anna)
Il profondo engagement da parte dei lettori di Happy Pensy e i tantissimi grazie ricevuti mi fanno capire che sono sulla strada giusta. Si può volare alto anche in questi anni, come dice Anna. Riprendete a lavorare, se volete, lanciate un’attività che amate, date un contributo alla società, sostenete le cause sociali, fate del bene al pianeta, fate le vostre scelte responsabili. Ma fatele! Buon viaggio!
E ora tocca a voi (di nuovo):
Volete aggiungere qualche testimonianza a beneficio degli altri?
Carissima,
grazie davvero per averci offerto questa carrellata di testimonianze; come supponevo, non tutto è rose e fiori una volta in pensione, ci sono anche persone che affrontano solitudine e senso di spaesamento, oltre a oggettive difficoltà familiari
. Ho capito da tutto questo che noi non siamo e non dobbiamo essere il nostro lavoro /professione, ma delle persone, con sentimenti, emozioni, necessità, problemi e slanci. Ho davanti a me l’ultimo anno di lavoro, poi anch’io farò parte della fascia pensionata, spero di affrontare questa fase nel modo migliore. Grazie ancora, ti seguirò con passione!
un abbraccio a tutti noi
Ciao Simona,
Anche per me è stato utile vedere i feedback tutti insieme e constatare quanti approcci diversi ci sono di fronte a questo cambiamento di vita. Io continuo a imparare da tutte le testimonianze che vengono condivise e che trovo davvero utili, non solo per fotografare una realtà molto sfaccettata, ma per prendere spunti e idee.
Grazie per il tuo commento
Michaela
I LOVE this!
What a great idea to share thoughts from the “community” that has developed around this blog. We are NOT alone, and all of us are in the process of figuring out who we want to become. That process will likely last for the rest of our lives, and it’s assuring to know there are others who are also trying to figure out their paths. Even when we think we know where we’re heading, we all face the inevitable “curve balls” that life throws, and we’re back into the process of trying to figure out our new reality. Together, not alone.
Hallo Fritz,
Thank your for visiting my blog and sharing your comment! I have picked only some examples of feedback trying to give a complete picture of how my readers are living or approaching to retirement. Food for thought!
As you rightly point out, together we are stronger!
See you soon on The Retirement Manifesto!
Michaela
cara Michaela,
molto interessante leggere queste testimonianze, alle quali vorrei aggiungere la mia esperienza. All’età di 61 anni ho iniziato un importante percorso di ricerca spirituale. Ricerca alla quale non mi ero mai dedicata prima perché l’abitudine era quella di correre, correre col pilota automatico inserito e non fermarsi mai…Poi e’ arrivato il covid e ci ha costretti a fermarci e in quello stare, ho sentito che avevo bisogno di entrare più in profondità dentro di me, ho iniziato a praticare la meditazione e poi a seguire un vero e proprio percorso di ricerca che tutt’ora seguo. Sono diventata insegnante di meditazione e vorrei far conoscere anche ad altri il potere della meditazione anche come strumento di benessere psicofisico. Credo che il momento della pensione sia veramente quello giusto per fermarsi e dedicare tempo a se stessi e alla propria realizzazione spirituale, se non lo si e’ fatto prima, come me. Per me è stata una scoperta bellissima, sono grata alla vita per questo regalo e auguro a tutti di poterlo ricevere prima o poi.
Patrizia
Ahi ahi Ahi, Patrizia, cosa non hai fatto con questo interessantissimo commento! La parte spirituale è un lato che ho toccato solo brevemente, e che merita un approfondimento. Mi sa che dovrò intervistarti quanto prima perchè si tratta di uno degli aspetti più importanti del nostro vivere e di stare al mondo…sei pronta?
che onore! prontissima!