Arriva il pensionamento: pronti, attenti, via!

Ma è davvero così?

Non c’è un’attitudine prevalente verso questa fase della vita: chi la brama, chi non ci pensa, chi la pianifica, chi la subisce, chi la vive alla grande.

Con mia sorpresa, surfando nel web alla ricerca di suggerimenti e ispirazioni su questo tema, mi sono imbattuta in FIRE (Financial Independence Retire Early), più che un movimento un vero e proprio modello di stile di vita, il cui obiettivo principale è l’indipendenza finanziaria e la pensione anticipata. FIRE è diventato molto popolare negli Stati Uniti, divenendo noto nelle comunità online, tramite informazioni condivise in blog, podcast e forum di discussione.

I principi di FIRE

Fornendo vari modelli di calcolo per raggiungere l’indipendenza economica in base alle proprie esigenze, e consigli su come vivere seguendo uno stile frugale, FIRE fornisce gli strumenti teorici a quelle persone che ambiscono a smettere di lavorare ben prima dell’età pensionabile, diciamo verso i 40 ai 50 anni, per dedicarsi interamente alla propria realizzazione fuori dal mondo del lavoro, o almeno quello inteso nel modo più ortodosso.

Chi vuole raggiungere l’obiettivo FIRE si trova di fronte a una strada tutta in salita: si tratta infatti di massimizzare la quota di denaro mensile e investire il denaro risparmiato con tutta una serie di regole e calcoli matematici. Si basa sulla filosofia di Peter Adeney, alias Mr. Money Mustache (vedi mrmoneymustache.com) che ha dato vita al movimento nel 2011.  Uno dei suoi i precetti è la regola del 4%, secondo cui bisogna risparmiare e investire selvaggiamente fino a raggiungere un patrimonio tale che permetta di vivere per il resto della vita con un prelievo del 4% annuo. Va da sé che in base a questo principio il patrimonio deve essere ottimizzato, riducendo al minimo le spese e aumentando al massimo le entrate, investendo in modo sistematico e alquanto aggressivo. I seguaci di Adeney, o “mustachiani” facendo proprio questo modello di vita, risparmiano su tutto, dalle vacanze al divertimento, al tempo libero, rinunciando alle cose considerate “superflue”, come il parrucchiere, l’estetista, le uscite in ristorante. Devono riuscire a risparmiare, o meglio investire circa il 40/50% delle loro entrate mensili. Ma è davvero fattibile? Quanto sono realistici questi obiettivi? E la famiglia? E i figli? E tutte le situazioni impreviste, malattie ecc?

Beh, non è così semplice, infatti, molti partecipanti al movimento FIRE americano sono single senza figli con stipendi molto elevati……Perché, nonostante tutto, mi piace FIRE?  Perché può essere considerata un’ottima scuola di vita per quanto riguarda il risparmio e le conoscenze finanziarie, perché stimola a confrontarsi con la propria situazione finanziaria, gli obiettivi di risparmio e i propri traguardi nella vita, che si voglia andare in pensione a 40 o 65 anni. E quindi perché non dare un’occhiata al loro sito web e al loro blog? C’è sempre qualcosa da imparare!

Da un estremo all’altro

Stavo giusto leggendo di Sam Bankman-Fried, l’under 30 più ricco del mondo, il miliardario delle criptovalute, e immaginavo che proprio lui potrebbe essere un perfetto testimonial della community  FIRE. Sì proprio lui – felpa nera con cappuccio, pantaloncini kaki, New Balance scassate, impegnato a guadagnare denaro a palate e molto rapidamente come i velocisti ai 100 metri. Perché non ha tempo da perdere, Sam, deve mollare gli ormeggi a 40 anni, quando …………………PAF, arriva la notizia che Hajime Kurotsuchi, fondatore della Daiichi Kotsu Sangyo Co. ha deciso di andare in pensione all’età di 100 anni! Ma tenetevi forte…continuerà a lavorare in azienda come consulente. Nel 1960, con sole 5 vetture ha avviato la sua compagnia di taxi che ora ne conta 8000. Fair enough! Questa notizia mi turba di più di tutti i Sam Bankman-Fried del mondo! Hajime Kurotsuchi ha dichiarato di essersi accorto che la vita è breve….

Come sono diverse queste filosofie di vita!

Continuando nella mia ricerca a zonzo nel web, ho scoperto due siti che ormai consulto con una certa frequenza. Trattano di Silver Economy, parlano dei Longennials, presentano punti di vista, angolature e narrative molto diverse dai vecchi cliché in cui siamo ingabbiati. Infrangono i luoghi comuni.  Si tratta di Active Longevity Institute e Cocooners.

Partiamo dal primo.

A.L.I. (https://www.activelongevity.eu) è un think tank e osservatorio italiano dedicato allo studio della fascia di popolazione senior, le sue implicazioni per la società e l’economia del paese, proponendosi come consulente di mercato alle imprese che si rivolgono a questo target anche con proposte derivanti da esperienze e best practice già collaudate in altri paesi.

Uno dei principali scopi di A.L.I., si legge nel sito, è quello di contribuire a cambiare la cultura della vecchiaia basata su stereotipi del passato. L’invecchiamento della società è un fenomeno globale che riguarda molti paesi, primi tra tutti Giappone e Italia, ed è il risultato della combinazione di 2 fattori: la quantità di anziani (over 65) sempre in crescita per l’approssimarsi in quella fascia di età della generazione più numerosa della storia, i baby boomer nati tra il 1946 e il 1964 e la continua decrescita della natalità che fa diminuire le fasce più giovani della popolazione.

Se la base giovane della piramide demografica si riduce e la punta anziana si allarga, il risultato non può che essere un invecchiamento della popolazione dal punto di vista demografico.
Bisogna poi considerare altri fattori che entrano in gioco: grazie alla prevenzione e alle migliori condizioni di vita e di lavoro, al progresso medico, le persone vivono molto più a lungo con un’aspettativa di vita attesa per metà secolo di 90 anni per le donne (oggi 85) e 85anni  per gli uomini (oggi 80). I nati negli anni 2000 sono destinati a superare i 100 anni; le persone arrivano alla vecchiaia in forma migliore e la mantengono mediamente più a lungo. Negli ultimi 50 anni abbiamo guadagnato 2 anni di vita in
salute in più per ogni decennio. Vuol dire 10 anni di vita in salute in più.

Tutto ciò ci porta a concludere che più che essere sempre più vecchia, la popolazione è giovane più a lungo e invecchia più lentamente. Inoltre, la fascia di popolazione over 65 detiene in termini generali il 40% della ricchezza degli italiani, la maggiore parte del mercato immobiliare e molti di loro dispongono di una vasta liquidità che vorrebbero investire ma non sanno come; sono alto consumanti con consumi in crescita costante e scelgono prodotti di qualità; molti over 65 sono gli attuali titolari o conduttori o consiglieri di amministrazione di quelle PMI che costituiscono il tessuto industriale di questo paese. Insomma, quella che va sotto il nome di Longevity Economy è l’opportunità di interpretare i desideri e le aspettative della popolazione senior, cui secondo i cliché superati tendiamo invece ad attribuire solo bisogni, valorizzarne l’esperienza e rilanciare l’intera economia del paese.

Interessante vero? Chissà se Jeff Bezos riuscirà ad impedire alle cellule di invecchiare facendoci vivere fino a 120 – 130 anni, grazie al massiccio investimento realizzato in una start-up Altos Labs dedita a questo scopo (attenzione, non è l’unico, la lista delle iniziative a caccia dell’elisir di lunga vita è molto lunga con investimenti massicci ad es. Calico, SoLongevity ecc).

L’approccio di A.L.I. verso i nuovi trend demografici (pensate che è la prima volta nella storia che tante generazioni convivono!!) è quello di richiamare l’attenzione in modo prepotente verso questi fenomeni che riguardano tutti, di rivedere il concetto di anziano in un’altra chiave, e di individuare prodotti e servizi adeguati al servizio di una vita centenaria, navigando consapevolmente la nuova longevità. A.L.I. riscrive la narrativa legata all’età, rivendicando il ruolo di una popolazione ancora molto attiva dopo i 60 anni, che non si occupa solo dei nani da giardino o dei colombi ai giardinetti.

Attraverso studi, articoli, inchieste utili per capire appieno i nuovi fenomeni, l’osservatorio lancia un grido di allarme sulle problematiche che potrebbero derivare da una mancanza di soluzioni mirate per affrontare queste tendenze. I contenuti sono di grande spessore e riguardano tantissimi temi dal lavoro, denaro, e previdenza, alla salute, stili di vita, residenzialità.

Trovo tutto questo molto appassionante e di enorme attualità; se ne parla estensivamente all’estero (USA e Francia, Inghilterra) poco, troppo poco in Italia.  Sono diventata una grande stimatrice di Emanuela Notari, esperta di Longevity economy e co-fondatrice di A.L.I.: la seguo nei suoi interventi nei vari Forum e dibattiti, leggo i suoi articoli. Emanuela Notari è una professionista instancabile e una narratrice molto efficace: mi piace come ci porta per mano nel mondo della Silver Economy, aprendoci gli occhi sulla nuova realtà, tracciando perfettamente l’identikit dei Longennials.  E mi fa pensare quando punta il dito contro un modello culturale che è un retaggio di stampo statistico di quando la vita finiva a 70 anni: “Bisogna smetterla di considerare anziane le persone fra i 65 e i 75 anni – abbiamo guadagnato 40 anni nell’ultimo secolo – anzi la differenza la fa lo stato fisico e il comportamento, non l’età” e quando richiama le istituzioni sulla necessità urgente di delineare delle strategie ah hoc nel proprio programma politico ed economico (hai presente la differenza fra cavalcare l’onda ed esserne travolti?).

 

Trovo molto interessante anche la posizione della Notari (sulla linea di altri esperti del settore) a proposito del sistema previdenziale. Visto e considerato che non è sostenibile continuare a pagare pensioni dai 65 ai 90 e più anni, dovremmo inventare qualcosa che sia l’esatto opposto di Quota 100: bisognerebbe quindi immaginare come i lavoratori più anziani possano lavorare più a lungo in una dimensione flessibile ed in ambienti inclusivi.  E per comprendere, dice la Notari, una volta per tutte, che tanti anziani non rappresentano solo un aumento dei costi previdenziali e sanitari, ma una risorsa culturale, esperienziale, di memoria e di esempio. Sta a noi bilanciare i costi con le opportunità, o resteranno solo i costi.

Andate a scoprire il suo pensiero in questi articoli:

Good Morning Doers – La Silver Economy – Active Longevity Institute

Blu, verde e argento: i nuovi colori della finanza – Active Longevity Institute

E poi c’è Cocooners

E passiamo a Cocooners, una piattaforma multicanale di Content e Commerce dedicata agli over 60, un vero e proprio hub digitale dei Silver, il cui motto è “la vita non ha età”.

«Che cos’è l’età? L’età è un numero, una convenzione sociale. Per alcuni è un traguardo, per altri è una nuova partenza. Ed è per loro che l’età diventa emozione, sfida, scoperta, stimolo, incontro, curiosità, passione, magia, prime volte ancora e ancora e ancora. Perché per noi l’età non esiste. Siamo la vita che viviamo, quella che abbiamo vissuto, ma soprattutto siamo la vita che vivremo. Senza rinunce, in maniera piena, perché ci meritiamo tutto il nostro tempo e siamo grati per questo. Tenetevi l’età, noi ci prendiamo la vita».

Dal Manifesto di Cocooners

Il CEO e co-fondatore di Cocooners Maurizio De Palma ha dichiarato: “L’idea nasce dall’osservazione dell’amore di mia mamma per i viaggi e dalla passione di mio padre per la tecnologia e dal loro non riconoscersi nella narrativa prevalente nei media e nella società che hanno creato un vero e proprio gap tra la rappresentazione statica degli Over 60 e la loro reale voglia di aggredire positivamente la vita, piena di passioni e soprattutto di nuove progettualità”. Ed infatti Cocooners è un luogo che vuole dialogare con i nuovi Senior con il giusto tono di voce e complicità ed i prodotti e servizi vengono offerti in un ambiente editoriale profilato e coerente con il loro DNA. Qui si trovano vari percorsi, dai viaggi al benessere, dal pensionamento al risparmio, al lifestyle, e alla possibilità di soddisfare il bisogno di sentirsi sempre attivi e di fare nuove esperienze di networking sia fisiche che digitali.  In effetti le proposte di Cocooners sono innumerevoli: dai corsi di cucina ai corsi di economia e sul digitale, ai corsi di yoga e di meditazione, a viaggi tematici e dedicati ai gusti dei senior, camminate nelle città e nei percorsi naturali e via dicendo.  E naturalmente articoli e approfondimenti su questioni di attualità, a volte trattate in modo ironico e ottimistico, a volte con profondità, competenza e autorevolezza.

Molto presente sui social, Cocooners ha lanciato la sua Community su Facebook che ha raccolto in poco tempo migliaia di membri, me compresa. Al momento, la sensazione è che sia un po’ in stand-by, nonostante le enormi potenzialità: mi riferisco a come si potrebbe, ad esempio, stimolare e gestire il dialogo su varie tematiche, favorendo l’intesa e l’engagement delle persone che vi hanno aderito ed il loro senso di appartenenza. Probabilmente si tratta di una prima fase di assestamento e sono molto curiosa di vederne l’evoluzione. Mi aspetto grandi cose da questa giovane 😉 Community!!!

Adesso tocca a te

Ti hanno incuriosito queste notizie? Trovi interessati a queste tematiche? Vuoi seguire il sogno di Jeff Bezos e vivere fino a 120 anni, in salute, s’intende?

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