Mi chiamo Michaela e sono una pensionata felice.
Arriva il pensionamento: pronti, attenti, via!
Sono andata in prepensionamento il primo gennaio 2021, dopo aver aderito a un Fondo creato ad-hoc dalla mia azienda ed in cui rimarrò fino alla data di decorrenza della pensione vera e propria. In poche parole, sono saltata su un maxi-scivolo, lo strumento per eccellenza per favorire il ricambio generazionale, ovvero via i senior e largo ai giovani, potrebbe essere il suo slogan!
E quindi, avendo ormai varcato la soglia dei 60 anni, ho pensato che fosse giunto il momento di cogliere questa opportunità, lasciandomi scivolare verso un futuro sconosciuto. Così ho intrapreso la nuova avventura con un misto di entusiasmo e di apprensione, consapevole che tale decisione avrebbe comportato una scelta irreversibile. Piccolo particolare: non avevo pianificato nulla in anticipo, non avevo investito del tempo per prepararmi a questo salto, non avevo pensato a come costruire una nuova routine basata sulle mie esigenze, niente di niente.
Ho trascorso più di 30 anni lavorando in un grande gruppo internazionale nel settore assicurativo, occupando varie posizioni in diversi settori. Mi sono occupata di analisi gestionale, innovazione, rapporti con le istituzioni Europee, progetti strategici e gestione di Communities.
Il mio lavoro è stato spesso entusiasmante ed arricchente, ma anche impegnativo e fonte di stress. Ho viaggiato e conosciuto diverse persone in Italia e all’estero, professionisti di grande levatura e manager con diversi stili di leadership, alcuni dei quali mi hanno trasmesso valori che mi hanno fatto da guida lungo tutto il mio percorso lavorativo e di vita.
Come capita in tutte le grandi organizzazioni, la mia storia aziendale è stata caratterizzata da alti e bassi, spesso legati ai continui cambiamenti organizzativi e diversi stili di management.
Curiosamente, proprio alla fine della mia carriera, quando ancora non sapevo che avrei salutato il mio datore di lavoro, ho vissuto forse i miei due anni più stimolanti dal punto di vista professionale. La costante nel tempo, nei momenti bui e nei periodi d’oro, è stato il prezioso legame creatosi con i miei colleghi che sono diventati la mia seconda famiglia. Qualcuno di loro mi ha ricordato di come io organizzassi con grande creatività i momenti di divertimento insieme (effettivamente il mio senso ludico è molto spiccato 😉), altri mi hanno visto come una “role model” all’interno dell’azienda, e qui il senso ludico non c’entra nulla. Devo ammettere, sono stata una role model inconsapevole, ma grata di questa recente scoperta.
Dicevo, mi sono sempre interessata a temi legati al mondo dell’innovazione, alla crescente importanza dell’universo digitale (pur essendo uno strazio alla tastiera) e all’enorme potere dei dati e alla loro analisi e gestione, all’importanza di costruire un ambiente di lavoro inclusivo nel pieno rispetto delle diversità.
Ho studiato in particolare un nuovo approccio integrato dello sviluppo di prodotti e servizi basato sul cambiamento dei comportamenti e trend emergenti, alla ricerca di nuove strade percorribili in un contesto complesso in continua evoluzione. E tanti altri argomenti ancora hanno acceso i miei interessi. Lungo la mia strada, sono sempre rimasta affascinata da chi sapeva trasmettere con efficacia un’idea, una storia, un progetto, che sapeva raccontare, coinvolgere, accendere la passione, stimolare la mente.
Ed è proprio con questa intenzione che apro questo blog, per essere a mia volta una cantastorie che racconta della vita in pensione, della mia esperienza e del mio cambiamento, sperando di offrire spunti di riflessione utili per chi, una volta lasciato il lavoro, si dovesse sentire paradossalmente paralizzato dalla troppa libertà o confuso dalla mancanza di direzione.
Dicono di me
A luglio è uscito un articolo che parla della mia storia e del mio nuovo percorso di vita sul Corriere Buone Notizie, inserto del Corriere della Sera. Si parla del mio precedente lavoro e di ciò che è accaduto dentro di me, quando sono andata in pensione.
Il mio blog è nato per parlare del pensionamento dal punto di vista emozionale, usando lo strumento che più di tutti mi risulta fluido: la scrittura.
E io sono onorata che un quotidiano di questo calibro abbia scelto di portare la mia testimonianza. La mia gratitudine è estesa per tutte le persone che sono in pensione, che si apprestano a compiere questo passo o che vogliono conoscere meglio questa fase della vita.
L’articolo è poi uscito anche nella versione online, lo potete leggere cliccando sul pulsante qui sotto.