Un interessante articolo tratto da uno studio di Joslin Rhodes Pension and Retirement Planning definisce i 5 stadi emotivi del pensionamento in questo modo:
- La presa di coscienza. Il grande giorno è arrivato! Dopo aver pianificato il pensionamento per anni, dici addio ai tuoi colleghi e timbri il cartellino per l’ultima volta. Ti accompagna una sensazione di sollievo, mista ad apprensione verso un futuro che ancora non conosci.
- La luna di miele. Ti sei sbarazzato della sveglia alle 7 del mattino, e il tuo unico impegno è andare in cucina a fare colazione. Adesso hai il tempo di vivere la vita alle tue condizioni. Potresti cominciare un hobby, prenderti una vacanza (Covid permettendo), riprendere i rapporti con i famigliari e con gli amici. La vita è intensa, gioiosa e appagante.
- Disincanto. Dopo un anno, il fascino della tua vita in pensione sembra svanire. Potresti sentirti annoiato, senza direzione, perfino depresso. Le cose sono sempre le stesse e non puoi sopportare un’altra settimana senza niente in agenda.
- Riorientamento. In questa fase, fai alcuni aggiustamenti per migliorare la tua felicità e la tua realizzazione. Potresti decidere di provare un nuovo hobby, trovare un’occupazione part-time o fare del volontariato. I tuoi sentimenti in questo stadio possono includere eccitazione e nervosismo nella tua ricerca di nuovi scopi e nuove passioni nella vita.
- Stabilità. Questo è lo stadio finale del pensionamento, conosciuto come “il resto della tua vita” 😊. A questo punto, ti sei adeguato alla nuova realtà e ai suoi ritmi. Dopo una serie di alti e bassi, passando dalla luna di miele al disincanto, le tue emozioni si sono stabilizzate. Puoi affrontare il resto della vita in pensione con felicità e fiducia.
Naturalmente il percorso descritto non è uguale per tutti: io ho saltato a piè pari “La luna di Miele”, per piombare direttamente nella fase 3, il “Disincanto”.
Attualmente mi trovi nel processo di “Riorientamento”, alla ricerca di soluzioni adatte a me: so che quanto prima sarò in grado di raggiungere la stabilità, più tempo avrò a disposizione per vivere con gioia la mia nuova vita, sperimentando strade nuove e avventurose.
Sono convinta che la grande Community dei “Silvers” sia un’utile fonte di ispirazione per attraversare a passo di carica la fase del riorientamento. Prima di tutto ci si rende conto che non si è soli, ma che esiste una galassia di pensionati in Europa e nel mondo che sta vivendo in modi diversi la nostra stessa situazione. La condivisione di esperienze e soluzioni alle sfide che pone un tale cambiamento di vita aiuta prima di tutto a riflettere, a fare un po’ di autocoscienza stile anni ’70, per poi trovare la propria strada verso la piena soddisfazione personale (choose fulfilment not just a filler!). E chissà quanti ne verranno dopo di noi! Federico Fubini autore di “L’Italia che invecchia, serve una nuova mappa della vita”, pubblicato sul Corriere della Sera del 17 gennaio, cita numeri clamorosi: nei prossimi vent’anni, la popolazione in età da lavoro calerà di 6,8 milioni di persone, 11 milioni nei prossimi 40 anni. Una riduzione di manodopera quasi paragonabile a quanto avvenne in Europa nel quattrodicesimo secolo, con la peste. Questo cambiamento potrebbe gettar le basi per qualcosa di diverso: più preparazione verso il pensionamento, ma anche lavori ritagliati per una seconda vita per chi vuole, più attività di quartiere, impegno nella società, più educazione da dare e ricevere.
Credo che la sensibilità verso questi enormi mutamenti della società stia aumentando anche nel nostro paese; certamente all’estero questi fenomeni sono sotto i riflettori da anni. Vi sono varie pubblicazioni sulle esperienze della vita in pensione che possono illuminare il vostro cammino ed il mondo anglosassone ne è pieno. La mia scelta è ricaduta su “Keys to a Successful Retirement – staying happy, active and productive in your retired years” di Fritz Gilbert, autore del blog The Retirement Manifesto, mio mentore in questo percorso, e su “Retirement Heaven or Hell, which will you choose?” di Mike Draks. Le due libri raccontano di due storie vere, due modi di affrontare il pensionamento completamente diversi. Mentre Fritz Gilbert varca il grande traguardo del pensionamento con le braccia al cielo pronto a ripartire per un entusiasmante viaggio, Mike Draks descrive la propria metamorfosi da infelice pantofolaio abbruttito a insospettabile Retiree Rebel, spavaldamente orgoglioso della propria trasformazione. Dall’inferno al Paradiso. Cercate un angolo con una comoda poltrona perché c’è molto da imparare!
Il mio consiglio è quello di seguire quanti più blog possibili sull’argomento e ricevere regolarmente nella vostra posta qualche ottimo spunto di riflessione: sono sicura che vi farà del bene, così come lo sta facendo a me 😉!
Sarei curiosa di conoscere il vostro percorso. Se siete già in pensione, avete metabolizzato il cambiamento? Siete d’accordo con le fasi descritte: la presa di coscienza, la luna di miele, il disincanto, il riorientamento, la stabilità? In quale vi trovate?