Photo credits: Lara Perentin
Confessioni e pensionamento
Nel marzo di quest’anno, il 16 per la precisione, ho lanciato il mio progetto Happy Pensy dopo una fase di studio e preparazione, anche se avevo scoperto che il tema della vita in pensione era – ed è tutt’ora- ben presidiato. Ho pensato che, in fondo, ognuno di noi può aggiungere qualcosa a beneficio di altri. Per cui mi sono buttata nell’universo dei blogger.
Sentivo l’esigenza di raccontare il mio percorso attraverso la scrittura, i miei alti e bassi, gli ostacoli che ho incontrato e condividere come mi sto prendendo cura della futura versione di me stessa, una persona che ancora non conosco e con cui mi intratterrò a lungo.
Riguardando i miei post dall’inizio a ora, mi sono resa conto che gli articoli meno recenti hanno avuto poca visibilità. E dato che in essi erano contenute importanti lezioni sul pensionamento, ho pensato di riproporveli.
Il mio obiettivo è condividere la mia esperienza alla ricerca delle chiavi del successo per rendere questa fase della vita la più fruttuosa, elettrizzante, avventurosa possibile, imparando anche attraverso lo scambio: il mio grande punto di riferimento sono le testimonianze delle persone che ci sono già passate, blogger che diventano veri e propri manuali viventi su come riprendersi la vita. E naturalmente, quel dialogo che io ricerco con chi ha voglia di commentare, di fare domande, chiedere consigli, suggerire letture, raccontare le proprie emozioni.
1 lezione ~ La noia e la pensione
Qui ricordo i miei inizi: Sei in pensione, cosa fai tutto il giorno, ti annoi?
Da subito mi sono sentita fare la domanda di rito: “Ti annoi? Ti stai annoiando? Ti sei annoiata?” La noia, in tutti i possibili tempi verbali.
Moltissime persone hanno paura di andare incontro a qualcosa che non si conosce e sono curiose di sapere cosa si prova. Si teme di perdere il riconoscimento da parte degli altri, il sostegno dei colleghi, forse l’ufficio stesso e lo stipendio o qualsiasi altra cosa che per noi rappresenta un valore. Siamo costretti a cambiare abitudini, ritmi.
Da parte mia, ho provato subito un senso di disagio relativo alla mancanza di identità professionale e di status sociale: per alcuni mesi, in preda al panico con cui non avevo fatto i conti, ho fatto finta di continuare a lavorare, inventandomi fantomatiche pause pranzo o impegni inesistenti.
Penso di aver vissuto una crisi in piena regola, amplificata dagli stereotipi negativi che vedono il pensionamento come un’uscita di scena e lo scollinamento verso un lento ma inesorabile declino fisico, intellettuale e sociale.
D’altro canto, quando dicevo la verità: “Sono in pensione” trovavo solo persone entusiaste che mi facevano i complimenti, andando ad innalzare il muro delle incomprensioni, mattone dopo mattone.
Sulla cazzuola per spalmare il cemento, frasi del tipo:
“Beata te che sei in una vacanza perenne!”
“Ah, ah, ti sei aggiunta alla schiera dei pensionati parassiti” (bella questa, vero?)
“Sei in pensione? Ma chi sta meglio di te?”
E via dicendo. La parola che ho contato più spesso è stata “beata”.
Album e colori, regalo di Luigi, estate 2021
Ricordo che la scorsa estate, Luigi, un caro amico, un poeta, un artista, una persona squisitamente creativa, guardandomi negli occhi e sprofondando per un attimo nella mia inquietudine, mi mise fra le mani una scatola di colori e un bellissimo album da disegno, dicendomi: “Ce la farai, esprimi te stessa”.
Fu l’unico a non congratularsi.
Con il tempo, e un po’ di pazienza (cosa non facile per me) ho cominciato a incanalare le mie energie verso qualcosa di costruttivo, cercando di ribaltare la situazione, esplorando nuove vie.
2 lezione ~ La ricetta per il pensionamento
Dopo il mio primo anno da pre-pensionata, ho tirato le somme facendo un bilancio a consuntivo, corredato da un elenco delle principali lezioni apprese.
In Making lemonade out of lemons offro ai lettori di Happy Pensy una ricetta base su come trovare la strada che porta a una sfavillante vita in pensione, lasciandosi alle spalle la prima fase di ansia e smarrimento.
Ci sono alcuni punti cardine che possono fare la differenza per la qualità della nostra vita in pensione. La salute, la forma fisica, l’atteggiamento positivo, la curiosità, la voglia di imparare cose nuove e di mettersi in gioco. Ma soprattutto la ricerca del nostro scopo, le nostre finalità, la famosa pursuit of purpose, il nostro ikigai.
Andando un po’ più nello specifico, i miei retirement tips, che troverete nell’articolo. sono i seguenti:
- Smettere di guardare al passato;
- considerare questa fase della vita come un nuovo inizio;
- assumere un atteggiamento positivo e imparare cose nuove;
- imparare dagli altri.
Sembrano principi facili da implementare, ma in realtà, richiedono un grosso lavoro di riflessione e autoanalisi, una certa dose di coraggio, l’umiltà di chiedere aiuto quando se ne ha bisogno, e la determinazione di continuare ad evolvere.
Odile Robotti nel suo libro “Il magico potere di ricominciare”, sostiene che la capacità di ricominciare si può imparare ad allenare a qualsiasi età e che saper affrontare i nuovi inizi rende più liberi e dà potere. Quanto mi piace questo pensiero! Mi sembra un concentrato di Enervit! In fondo, di questo si tratta: andare in pensione vuol dire ricominciare guardando al futuro.
3 lezione ~ Vari modi di vivere il pensionamento
Passando alla categoria Risorse, mi sono divertita a scrivere: A spasso nel web. Arriva il pensionamento: pronti, attenti, via!.
Surfando nella rete, alla ricerca di suggerimenti e ispirazioni sul tema, mi sono imbattuta su filosofie di vita diametralmente opposte. Racconto di FIRE (Financial Independance for Early Retirement), un movimento di pensiero il cui obiettivo principale è smettere di lavorare ben prima dell’età pensionabile (attorno ai 40 anni), attraverso il raggiungimento dell’indipendenza finanziaria, abbinando uno stile di vita molto frugale. Eh sì, come fraticelli francescani si risparmia un po’ su tutto, dalle vacanze al tempo libero, rinunciando a tutto quello che è considerato superfluo. In pratica chi vuole raggiungere l’obiettivo FIRE si trova di fronte ad una strada tutta in salita: risparmiare da un lato e investire selvaggiamente dall’altro, fino a raggiungere un patrimonio tale da poter vivere per il resto della vita con un prelievo del 4% annuo. L’inventore di questo modello, Peter Adeney, alias Mr. Money Moustache ha fatto proseliti in tutto il mondo.
Altre correnti di pensiero, alla luce dei nuovi trend demografici e i mutamenti di una società la cui vita si allunga ed in forma migliore, proclamano a gran voce la necessità di delineare un programma politico ed economico che tenga conto dell’identikit dei nuovi adulti, o meglio, super adulti, che hanno voglia di continuare a sentirsi attivi.
Sarebbe necessario, secondo questa visione, sostenere i lavoratori affinché restino occupati più a lungo e delineare una strategia industriale per il sostegno dell’invecchiamento attivo.
Quante persone si sentono pronte a continuare a lavorare?
Magari non con lo stesso ritmo stressante, magari non dovendo per forza sentirsi in competizione con tutti, ma piuttosto puntando a realizzare il proprio potenziale, senza dover subire discriminazioni in base all’età sul posto di lavoro. Dove, a volte, se sei senior, vieni garbatamente messo da parte, come se fosse la cosa più normale del mondo.
Molti spunti su cui riflettere…
Questi sono alcuni articoli a cui mi sono affezionata: ce ne sarebbero altri, ma conto di ripescarli in una prossima puntata 😉
Ora tocca a te:
- Hai dato uno sguardo agli articoli citati?
- Quale ti ha colpito di più e perché?
Raccontamelo nei commenti.
Buongiorno
Sempre interessanti i tuoi interventi.
Io mi sono imbarcata in una che definirei una probabile professione del futuro: traduttrice letteraria.
La casa della letteratura di Lugano sceglie cinque persone per frequentare i suoi corsi. Ebbene, alla vigilia dei miei 62 anni, a ottobre inizierò questo percorso: traduzione letteraria dal tedesco.
Sono eccitata e spaventata ma sono pronta. Immer bereit.
Buona giornata
Daniela
Ciao Daniela,
Mi fa molto piacere che in qualche modo i contenuti del mio blog possano essere d’aiuto nell’affrontare nuove sfide. Mi piace tantissimo la tua scelta di seguire un corso per traduttori! Io adoro le lingue straniere e il mestiere del traduttore in particolare. Un mestiere complesso e affascinante , da sempre fondamentale ai fini della comunicazione. Capisco che tu sia un po’ spaventata, ma la tua determinazione ed il tuo entusiasmo ti guideranno in questo nuovo percorso. Dammi notizie, ti seguo con piacere!
Mah, non so da dove iniziare. Per me, prima di tutto pesa il fatto che mia moglie ha ancora molto da lavorare e quindi impossibilitata a seguirmi in quelle ambizioni di viaggio che mi ero proposto. Non ho problemi ad andare da solo, però mi dispiace. Poi l’arrivo del nipotino mi assorbe quasi a intere giornate, dedico il tempo libero allo sport, bici da corsa, e cerco, nei limiti del possibile perché avrei bisogno di giornate di 30 ore, di stare con mia mamma. Alla fine però sento che qualcosa manca, mi sto guardando in giro, università età libera, corso per massaggio sportivo, da ottobre riprenderei lo yoga 1/2 volte a settimana ma sono inconcludente, ecco forse è questo che più mi infastidisce.
Ciao Luca,
Grazie per il tuo contributo. Capisco bene quello che provi perché in fondo in fondo rimane un po’ di inquietudine fino a quando non si trova un vero scopo che ci fa alzare ogni mattina con gioia. Mi sembra che le tue giornate siano molto piene, visto che stai seguendo molti dei consigli utili per una vita in pensione vissuta alla grande: mantenersi attivi fisicamente (bici da corsa), crearsi una nuova routine (hai le giornate piene di impegni), dedicarsi agli altri (nipotino e mamma), cercare il dialogo (questo tuo messaggio ne è un esempio). Forse quello su cui potresti lavorare maggiormente sono gli hobby da sempre rimandati o da incominciare da zero (il corso per massaggio sportivo che citavi o forse qualche altro corso promosso da circoli e organizzazioni culturali) o ripartire dai sogni. Forse vale la pena trovare l’energia per ripartire da qualche progetto lasciato in un cassetto…Io sono ripartita da me stessa , con un lungo lavoro di introspezione, per trovare quello che veramente mi piace fare, che mi fa stare bene, nella speranza di fare del bene anche agli altri. Fammi sapere come va il tuo percorso!
Buongiorno , io ho iniziato a fare un po’ di volontariato. Sono 9 mesi che sono in pensione e sono contento della mia scelta (volontaria) di pensionamento. Interessante il prelievo del 4%.ho notato che quando mi chiedono di conoscere le mie abitudini ,se scrivo che sono pensionato abbandonano la profilazione!
Saluti
Pier Francesco
Ciao Pier Francesco,
Molto interessante questa tua testimonianza che sottolinea come l’idea che la società ha dei pensionati sia completamente distante dalla realtà. Si tratta infatti di una realtà così complessa, variegata e allo stesso tempo così interessante, che ci si stupisce di come mai non via sia la considerazione necessaria e la giusta risposta alle esigenze di una gran fetta di popolazione che non si sta ritirando dalla vita, ma che, al contrario, vuole vivere i propri sogni. Eppure, i pensionati, o più in generale gli over 60, vengono per lo più ignorati dalle grandi aziende, complice un modo di pensare dilagante che ci vuole commercialmente poco interessanti (che errore!!!) e fragili. Ma è davvero così? La risposta è semplice: no.
Per fortuna ci sono molti professionisti ed esperti della Silver Economy e Active Ageing che si stanno battendo per infrangere questi pregiudizi negativi legati sostanzialmente all’età. Noi, dal canto nostro, faremo la nostra parte, con le nostre attività, la nostra energia, la curiosità e la voglia di imparare cose nuove.
Sono molto felice che tu sia soddisfatto della scelta di andare in pensione e ti faccio i miei complimenti per la tua attività di volontariato. Ti ringrazio molto per il contributo stimolante!